Coronavirus, verso la fase 2 per essere più che mai “Comunità in Cristo”

26 Aprile 2020

Venerdì 1 maggio, festa di S. Giuseppe, lavoratore, comincia il mese dedicato alla Madonna e al S. Rosario. Vi invitiamo a iniziarlo insieme alla sera alle ore 21, partecipando all’Atto di Affidamento dell’Italia a Maria presso la Basilica di Santa Maria del Fonte a Caravaggio (diocesi di Cremona e provincia di Bergamo) per mezzo di TV 2000 o altri mezzi di comunicazione sociale. E’ una iniziativa promossa dalla CEI per tutta l’Italia. Inoltre invitiamo tutti i centri del Rosario, e altri se ne possono aggiungere di nuovi, ad attrezzarsi con i mezzi social, le piattaforme digitali, per mantenere i gruppi di preghiera del S. Rosario pregato insieme pur rimanendo nelle nostre case. Fatevi aiutare dai figli o dai nipoti. E, se potete, comunicate anche in parrocchia la vostra piattaforma digitale, mantenendo così un collegamento con la comunità, e provvederemo a pubblicarlo in modo da allargare in senso missionario la nostra preghiera, come abbiamo cercato di fare l’anno scorso in prospettiva della missione parrocchiale. Dalla settimana successiva vi invitiamo a mantenere libera, ogni settimana del mese, la sera del giovedì alle ore 20,45 per unirci tutti alla preghiera del S. Rosario dalla nostra chiesa di S. Erasmo in diretta radio (88.8 FM, in streaming sul sito www.radioalfanet.it oppure, in alternativa, sulla pagina Facebook della radio), come segno di comunità unita.

Mentre tutta la stampa e le TV ci stanno bombardando circa la fase 2 dell’emergenza corona virus, ma senza avere ancora i contorni precisi di tale ripresa sociale, economica e culturale del paese, è necessario che anche noi ci prepariamo come comunità cristiana a riprendere la nostra vita, pur se nessuno ne parla! E sarà prioritario ritornare a celebrare la S. Messa dal vivo, perché senza Cristo Gesù che rinnova il suo Sacrificio Pasquale per noi, aprendoci sempre di nuovo alla speranza della Risurrezione oltre la morte, senza Comunione con Lui, non si da salvezza per noi e per l’umanità intera. Abbiamo fatto di nuovo esperienza della morte e della nostra fragilità, se per caso ce ne fossimo dimenticati a motivo della nostra “sicurezza” economica e tecnologica, andate in frantumi! Speriamo nel vaccino, ma anche questo non ci libererà dalla morte, dal dolore e dalla sofferenza; ci aiuterà, ma non ci salverà! Solo Gesù, il Crocifisso Risorto, che continuamente si offre a noi nella Sua Parola e nel Suo Pane spezzato di vita eterna, ci può salvare e far vivere bene anche nella crisi sanitaria ed economica attuale!  Lui solo è la nostra pace e ci suggerirà pensieri e azioni di pace con gli altri uomini, con noi stessi e con la natura, così da condurre già su questa terra una vita nuova e bella, in armonia con gli altri e la natura fino a contemplarlo in Paradiso.

Per questo ritorneremo a celebrare, appena ci daranno indicazioni più chiare, ma non dovremo ritornare a celebrare come prima, svogliatamente, senza partecipazione convinta e consapevole all’azione di Cristo e della sua Chiesa, ma con profonda consapevolezza, facendo silenzio, rispondendo, cantando, ascoltando davvero la Sua Parola, facendo davvero Comunione profonda con Lui e i fratelli, diventando testimoni davvero nel mondo del mistero celebrato, uscendo dalla nostra chiesa. Perciò tutti coloro che svolgono un servizio liturgico si preparino a farlo ancora meglio, e avremo bisogno che altri fratelli e sorelle si mettano a servizio di una celebrazione autentica perché non venga deriso il nome di Cristo e della sua comunità. Tenendo le distanze di sicurezza e le mascherine, opportunamente sistemati, nei banchi della nostra grande chiesa possono starci fino a 250 persone! Occorrerà organizzarsi e quasi prenotarsi per partecipare. Naturalmente sarà sempre di più una scelta consapevole, perché nessuno è esente dal rischio contagio! Ma se i cristiani nei primi secoli hanno sfidato i divieti degli imperatori, e se nel corso dei secoli e anche oggi in tante parti del mondo hanno celebrato clandestinamente, rischiando, sotto regimi totalitari e anticristiani, perfino la vita, perché hanno creduto e credono che Cristo è la vita nuova ed eterna, che non ci fa più avere paura della morte, chi siamo noi per avere paura? Se fosse così, vorrebbe dire che la nostra fede è vacillante e misera. Ma come dice Giovanni: “Tutto ciò che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha sconfitto il mondo: la nostra fede” (1 Gv. 5,4).

E’ con questo auspicio e questa testimonianza coraggiosa di fede che invito tutti a prepararsi a riprendere le nostre celebrazioni così necessarie alla nostra vita di fede e senza le quali cadremmo solo nel baratro della perdita di ogni credibilità e speranza, perché sempre Gesù ci assicura: ”… senza di me non potete fare nulla” (Gv. 15,5).