Il nuovo “scaffale” di Radio Alfa: a caccia di sostanza che produce pensiero

23 Settembre 2019

La mia nuova trasmissione nasce dal lavoro fin qui fatto. Sette anni di Scaffale Alfa hanno permesso di costruire, come ci eravamo prefissati nel 2012, uno scaffale virtuale fatto di molti libri film e graphic novel. Dopo sette anni serviva chiedersi cosa ne facciamo di tutto questo materiale. Sono convito che serva farlo reagire, metterlo in circolo.
Una vera reazione chimica e cioè farlo diventare “altro”. Non mero materiale depositato su uno scaffale, ma sostanza che possa produrre pensiero. Viviamo un’epoca di liquidità (Bauman), di game (Baricco), di velocità dove nulla si sedimenta e tutto scorre (non nel senso elevato voluto da Eraclito ma in quello banale dei social). Accumulare era, fino a pochi mesi fa, quanto meno un imperativo categorico: si accumulavano mp3, film scaricati, serie tv, libri e opere d’arte. Per non parlare delle fotografie. A qualcosa, prima o poi tutto questo accumulo sarebbe servito. Oggi, invece, ci siamo resi conto che accumulare non serve a nulla e tutto si condivide e si guarda, in streaming.
Non si conserva più nulla. Neppure le amicizie, diventate solo virtuali e utilitaristiche. Tutto è non solo liquido e veloce, ma evanescente. Benjamin, uno dei più grandi filosofi di inizio ‘900, spiegava questo fatto parlando di perdita di capacità di fare esperienza del mondo (la perdita dell’aura, e cioè di quella lontananza necessaria per far emergere il senso delle cose e del mondo). Non ci resta nulla e non ci rimane più nulla di concreto fra le mani. Tutto è game e cloud, stoccaggio virtuale. Non resta nulla. Oppure no? Si tratta solo dell’ennesimo allarme “anti-catastrofismo”? Non so, io la vedo in modo diverso…
Scrive il disegnatore Igort: “Per capire il contemporaneo occorre indagarne l’immaginario? Crediamo di si”. Questo è uno dei pilastri sui quali poggia il nuovo progetto: sono profondamente convinto che l’immaginario che ci circonda, oggi più che mai, sia uno strumento educativo e allo stesso tempo performativo. Lo è sempre stato, ma nell’epoca degli schermi, come ben argomenta il filosofo Mauro Carbone nel suo  “Filosofia-schermi. Dal cinema alla rivoluzione digitale” (Raffaello Cortina), l’immaginario è decisivo perché lo abbiamo sempre a portata di mano, sempre con noi. Grazie alle immagini, ai libri, al cinema, al fumetto e, in generale, agli schermi che, ormai, si trovano ovunque, dagli smartphone ai tablet, dalle palestre ai bus, dai negozi alle strade pubbliche.
Viviamo, insomma, immersi nelle immagini e nell’immaginario che vengono creati e consumati da ogni singolo uomo e da ogni singola donna che abita il mondo occidentale, e non solo. Un giorno, infatti, qualcuno studierà i danni di un certo immaginario, venduto dalle Tv nei Paesi in via di sviluppo; fenomeno che, fra gli latri, alimenta un “sogno europeo di fuga dalla propria realtà”. Le riflessioni più interessanti sul tema dell’immaginario come strumento performativo sono, da questo punto di vista, nei volumi “Vite precarie” della filosofa americana Judith Butler, in “Benvenuto nel deserto del reale” del filosofo sloveno Slavoj Zizek e in “Guardare la guerra. Immagini del potere globale” di Nicholas Mirzoeff (tutti e tre i volumi sono editi da Meltemi). L’immaginario ci impone una visione del mondo e allo stesso tempo l’immaginario contribuisce a determinare le nostre scelte e il nostro modo di vedere e agire nel mondo.
Già lo scrisse Platone nel “Cratilo” e, soprattutto, nel Mito della Caverna (La Repubblica). Pensate quanto è antica la questione dunque. Nell’epoca delle fake news, dove una notizia falsa produce senso e, come scriveva Baricco ne “I Barbari”, segmenti di narrazione continui, il tema dell’immaginario performativo è pane quotidiano e probelma evidente. L’immaginario è creato dall’uomo e, a sua volta, crea e produce azioni che orientano e confermano un immaginario e l’azione degli uomini e delle donne. Un circolo vizioso nel quale l’immagine e l’immaginario giocano un ruolo tutt’altro che neutro. Di tutto questo cercherò di parlare in questa nuova trasmissione.. Vi aspetto ogni lunedì alle 17.05 e, in replica, la domenica alla stessa ora.