Il racconto di mamma Fernanda: “L’esperienza con Chiara, un dono d’amore”

12 Giugno 2022

Domenica 29 maggio la famiglia Beschi di Castel Goffredo ha vissuto un momento di gioia, con l’assegnazione di una menzione speciale nell’ambito del premio Rosa Camuna di Regione Lombardia. Mamma Fernanda, papà Mario con le loro stupende figlie Daria, Benedetta e Chiara hanno sperimentato un’esperienza familiare molto ricca, fatta di impegno, di attese e, soprattutto, di tanto amore. Pubblichiamo su Fare Cerchio il racconto di mamma Fernanda.

Se penso a quante difficoltà e imprevisti abbiamo affrontato per arrivare a “noi cinque” sono colma di gioia, di orgoglio e di immensa gratitudine! Di gioia perché è stata e resta impagabile l’emozione che ti accompagna quando vedi nascere la tua famiglia, soprattutto quando te la sei sudata faticosamente; ricordarselo è sempre un buon modo per onorarla con la festa nel cuore! Per noi la cosa più bella è la condivisione di piccoli momenti insieme, anche per “staccare” dai doveri quotidiani, con una pizza, un film o un divertente gioco in scatola. Qui i ruoli sono chiari: Daria gioca per vincere, Benedetta per i pop corn, mentre Mario ed io giochiamo perché restino alle nostre figlie piacevoli ricordi. Sono orgogliosa della forza che ci ha condotti fino a noi, pur essendo consapevole che si tratti di un dono grande venuto dall’Alto! In buona sostanza, sono perfettamente consapevole che non sia tutta farina del nostro sacco. Sono grata perché alla fine siamo qua e, dopo tanti e complessi step, le nostre figlie stanno bene! Sono sane, soprattutto nei loro valori.

Tutto iniziò quando Mario ed io decidemmo di sposarci. Lo facemmo in chiesa. Da subito decidemmo che avremmo voluto adottare un bambino, indipendentemente dall’arrivo di un figlio biologico. Adottammo Daria dalla Russia, dopo averla attesa, desiderata e sognata durante il lungo percorso adottivo. In quel periodo, gran bel colpo di scena, rimasi incinta di Benedetta. Durante la gravidanza, coi viaggi stancanti in Russia per Daria ed il terrore di poterle perdere entrambe (i problemi al cuore di Daria parevano essere così gravi da doverla operare con urgenza), le cose procedevano in un clima che non lasciava spazio ad una rilassante esperienza! Pregavo tanto… mi sentivo protetta, sentivo che le bimbe sarebbero state presto insieme e sarebbero state Sorelle!

Daria arrivò a casa la notte del 2 luglio del 2013, dopo dieci giorni a Mosca con il papà e con una nostra amica che, generosamente, si era prestata per il terzo viaggio previsto per l’adozione; io ero stata presente negli altri due, ma non potevo più salire in aereo con una gravidanza a rischio e alle fasi finali. Il due luglio è il giorno del compleanno di mio papà! Il due agosto, sempre del 2013, partorii Benedetta. Era sembrata un’impresa impossibile riuscire ad averle entrambe, la gravidanza avrebbe potuto bloccare le pratiche adottive e avremmo perso Daria, per non parlare dei viaggi e delle pratiche burocratiche, eppure è andato tutto bene! Benedetta e Daria sono cresciute insieme, seppur con quattro anni e mezzo di differenza. Litigano, giocano, si alleano e si sostengono, si attaccano, si aiutano: sono sorelle! Mi piace pensare che abbiano, in qualche modo, voluto aspettarsi vicendevolmente!

Dopo quattro anni circa decidemmo di adottare un altro bambino. Lo decidemmo tutti e quattro, le bambine furono coinvolte in tutto il percorso, questa volta attraverso un ente per recarci in India. Quando hai già due figlie, di cui una adottata, sai muoverti meglio nella gestione dei vari passaggi. A Merate (sede dell’ente scelto per l’India) andavano tutti e quattro; avevamo trovato una realtà stupenda, consigliataci dalla psicologa che aveva seguito la nostra situazione. In attesa di un bimbo o bimba dall’India, ci spiegavano ogni passaggio, anche grazie all’organizzazione di eventi per divulgare la cultura del luogo di provenienza del futuro figlio.

Chiara arrivò il due luglio del 2018 (mio papà non c’era già più, ed era una grande mancanza…). Ricordo che ero sul divano con Daria e Benedetta a guardare un film, quando ricevetti la telefonata della dottoressa Gonnelli del Centro adozioni di Mantova. Mi chiese se eravamo disponibili per Chiara, che aspettava da trenta giorni in ospedale. Mi disse che aveva la sindrome di down e che in ospedale erano tutti affezionati a lei. Oggi so bene quanto quel sentimento fosse inevitabile, perché lei è Super! In tutto!

Ovviamente il nostro fu un “Sì” grande e, condividendo con le bimbe l’opportunità di accogliere Chiara, restammo piacevolmente colpiti dalla loro totale assenza di pregiudizi. Dopo pochi giorni andammo tutti e quattro in ospedale a prendere la nostra bambina, con una x in più e piena di tanto altro… Abbiamo avuto la fortuna di poterci accostare a questa esperienza senza farci condizionare da chi voleva “allertarci” con giudizi e pensieri negativi. Il mondo ha paura della diversità, anche quando ostenta grandi aperture ideologiche. Noi andammo avanti, consapevoli di fare ciò che avrebbe reso felice il nostro nucleo. Auguro a tutti la Gioia che abbiamo provato! Quella gioia che, uscendo dagli schemi, ti regala forza e volontà. Chiara è arrivata a circa trenta giorni di vita e, anche se Mario ed io non siamo proprio dei ragazzetti, l’unione fa la forza, grazie anche alle sue sorelle che si danno un gran da fare per lei.

“Chiara è sole, luce e amore”: usò queste parole la mia amica Tati, notando l’essenza di una neonata sorprendente! Pensavamo di adottare, ma siamo stati adottati da lei, per imparare cose che… neppure in cento libri. Ci volevano gli occhi a mandorla di Chiara per insegnarci a vedere ancor più nel profondo! Sono onorata di essere vostra madre.

Fernanda Mora