Il videomessaggio di Pasqua del parroco don Giuseppe Bergamaschi

25 Marzo 2018

Forse siamo anche noi come le donne che vanno premurosamente al sepolcro per ungere il corpo di Gesù. Anche loro, alla stregua di Pilato, pongono una domanda: chi ci rotolerà via il masso dal sepolcro? Non perdono il senso della realtà, sanno che da sole non potranno farcela; come noi davanti al dolore, alla tragedia, alla sofferenza che troviamo nella nostra vita.

Qui, in queste situazioni, senza perdere il senso della realtà, ci chiediamo: chi ci aiuterà a togliere questo peso di lutto, di pianto, di sconforto? Il Signore lo toglie per noi, ma non in modo teatrale, bensì nel silenzio della notte, come fu per la notte della Natività. O notte veramente beata, tu sola hai potuto conoscere il tempo e l’ora in cui Cristo è Risorto.

La Risurrezione agisce in noi come un seme che cresce senza far rumore. “Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto”. Tutto ricomincia, trasformato dall’azione di Dio, che ha ridato una vita intrisa della Sua Presenza. Egli ci offre una possibilità nuova di essere uomini, una nuova categoria dell’essere, una nuova identità.

Concretamente dobbiamo ripartire dalla Galilea, cioè dalle sorgenti, dall’inizio del nostro incontro con il Signore. E così faccio memoria di dove e come l’ho incontrato. E davanti alle tante pietre che ci precludono il cammino, e che sono come macigni insostenibili, possa, il Signore, trovare in noi accesa la luce della fede, la trovi accesa la stella del mattino, quella stella che non conosce tramonto: Cristo Signore.

Buona Pasqua!