La giornata a castel Goffredo, nella ricorrenza della Madonna Addolorata

13 Settembre 2022

Il 15 settembre: Maria Addolorata. Il calendario liturgico della chiesa non smette di stupirci: dopo i giorni di festa ci immerge nel mistero del dolore della vita. Sì, perché la preghiera della chiesa non è evasione dalla realtà, o finzione in un mondo che non esiste; la preghiera della chiesta sta bene con i piedi per terra e sa che la vita non è tutta rose e fiori come il giorno in cui viene al mondo una creatura. La vita è segnata anche dal mistero del dolore in molte forme. L’iconografia cristiana ci ha trasmesso l’immagine della Madonna trafitta nel cuore da sette spade, i suoi sette dolori (nella foto). Sette è il numero perfetto, quindi significa che ha vissuto tutto il dolore possibile immaginabile per una creatura umana. Provate ad ascoltare una madre che ha perso un figlio o una figlia: un dolore, una ferita permanenti.

Mettendo alla nostra attenzione Maria Addolorata (speriamo di poter esporre la bella statua vestita che la parrocchia detiene ora al Mast!), la chiesa ci insegna a non disperare nei momenti delle prove, anche le più pesanti, come ha fatto Maria, che ha continuato a confidare e sperare nel suo Figlio Gesù. Dal dolore del venerdì santo la Madonna è passata alla gioia della domenica di Risurrezione: è il cammino di ogni credente che si mette alla sequela del Maestro. Infatti ha detto nel Vangelo di Luca:” Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi sé stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua”.

Vivremo tutto questo fin dal mattino del 15 settembre con la S. Messa, l’Adorazione e le Confessioni insieme a p. Michele Scarso, domenicano da Venezia; e poi anche nel pomeriggio alle ore 18,30 con la S. Messa sul cimitero, luogo che raccoglie tutto il dolore della nostra comunità ma nel riposo dei Santi, in attesa della Risurrezione finale anche dei loro corpi nel giudizio universale. La prospettiva del Paradiso alla fine è quella che da senso al nostro vivere e morire e rende sempre bella e vivibile la nostra vita, anche nel mistero del dolore in cui spesso si trova.

Don Giuseppe Bergamaschi