La testimonianza dell’animatrice Clara, dal Grest parrocchiale di Castel

25 Giugno 2022

Sono Clara Bergamini, ho 17 anni e da due settimane sto vivendo la mia terza esperienza da animatrice del Grest di Castel Goffredo. Quest’anno è di fatto il primo anno, dopo due fatti con restrizioni dovute alla pandemia iniziata nel 2020, che riusciamo a proporre ai ragazzi un Grest in cui si possa respirare quella libertà che lo ha sempre caratterizzato prima del Covid-19. Grest significa riuscire a staccare la mente da tutto, è come se per tre settimane ci si immergesse in un altro mondo, in una bolla che si discosta dalla classica quotidianità, dalle solite abitudini. Incredibile è il rapporto che si forma fra gli animatori e le amicizie che nascono grazie al clima che si crea, ma ancora più incredibile è il legame che in così poco tempo si costruisce fra animatori e animati.

In queste due prime settimane abbiamo proposto ai nostri ragazzi giochi, tornei di calcio e pallavolo, laboratori creativi; siamo andati in piscina, abbiamo provato il tiro con l’arco, siamo andati a Solferino, a Cavriana e a Castiglione in bicicletta e, nonostante i classici incidenti di percorso che si ripresentano ogni anno, sono state delle belle giornate. Per l’ultima settimana abbiamo in programma un’altra biciclettata e la grande gita al parco acquatico; ci saranno le finali dei tornei, la caccia al tesoro, il gioco giallo e tante altre attività.

Ovviamente il tutto si concluderà con la tradizionale serata finale, sempre a Sant’Appollonio. Gestire i ragazzi non è affatto semplice; quest’anno, soprattutto, sono emerse diverse problematiche legate al loro comportamento e al modo di occuparcene di noi animatori; tuttavia quella sensazione di stanchezza mista a felicità che si prova la sera quando si torna a casa ci permette di dire che “ne è valsa la pena”.

Anche per quanto riguarda l’organizzazione delle attività si sono presentati alcuni problemi, che però si cerca sempre di risolvere insieme, parlandone e confrontandoci anche con il seminarista Luca e i responsabili. Insomma, nella parola “Grest”, oltre ad essere comprese felicità, libertà, spensieratezza e gioia, fanno parte anche fatica, responsabilità e impegno, come è sempre stato! Si tratta di un’esperienza che lascia il segno, e non per niente alla fine delle tre settimane si sente come un vuoto nella pancia che per qualche giorno non si sa come colmare. Grazie a tutte le persone che contribuiscono nel loro piccolo al sereno svolgimento del Grest: grazie ai ragazzi, grazie a tutti!

Clara Bergamini