L’edizione 2018 del Premio Acerbi punta i riflettori sulla Norvegia

27 Febbraio 2018

La prima idea che mi è venuta in mente quando, nel 1996, ho iniziato ad occuparmi a tempo pieno del Premio Acerbi è stata quella di riuscire a creare un ponte tra i popoli, tra nazioni  e continenti, tra culture e lingue diverse; un obiettivo difficile da realizzare, che ha richiesto impegno, idee e lavoro per tutti coloro che, nel volgere degli anni, hanno fatto parte prima del Comitato organizzatore del Premio e poi del Consiglio direttivo dell’Associazione Acerbi, che dal 2001 organizza e gestisce il Premio letterario ispirato al diplomatico, studioso e viaggiatore Giuseppe  Acerbi.

Anche il Premio Acerbi  è, a modo suo, un “viaggiatore”: un po’ strano in effetti, in quanto passa disinvoltamente dall’Europa all’ America, dall’Africa alla Cina, seguendo una sua particolare logica, come il lettore potrà scoprire, sfogliando le pagine del volume 17 dei”Quaderni”, dove è  narrata la storia dei 25 anni del Premio.
Ogni anno una tappa: si arriva in un singolo Paese al fine di divulgarne la conoscenza attraverso alcune delle sue opere letterarie più recenti e significative, proponendo nuovi, giovani scrittori e confrontando diversi ambienti e stili di vita.

La metà del 2018 è  la Norvegia: un Paese vasto, che si protende fino ai ghiacciai dell’Artico. Circa 5 milioni di persone vivono in un grande Paese, potremmo dire, di terra-acqua con migliaia di fiordi che, come in un grande ricamo, costellano le sue coste con i piccoli paesi dalle case colorate, dove vivono poche centinaia di abitanti.
Nonostante tutto ciò, la produzione letteraria norvegese è importante e i libri degli scrittori  più  importanti sono tradotti in decine di lingue.

La cinquina dei romanzi scelti per il Premio 2018, nonostante siano opere di giovani autori ancora poco conosciuti  in Italia, sono già tradotti in inglese, francese e tedesco. Per motivi di carattere pratico ed economico, solo tre dei libri selezionati saranno candidati al Premio e saranno una vera sorpresa per i lettori che parteciperanno  sabato 10 marzo all’incontro “Luci sulla letteratura norvegese “, che si terrà  nella Sala Consiliare di Castel Goffredo.

Penso che la chiave del successo della manifestazione Castellana stia nel non limitarsi ad un solo evento, ma di dedicare ad ogni edizione un intero anno di studi e lavoro, a partire dalla scelta  delle  opere da candidare, all’ampliamento della giuria popolare fino alla votazione che sancisce il vincitore, per concludersi con la cerimonia di consegna del Premio cui seguiranno gli incontri con gli studenti, le sezioni di giuria e i lettori.

Non posso non citare le numerose missioni  di carattere  economico-culturale  che hanno  portato in Europa e nel mondo il nome di Castel Goffredo. Seguendo la filosofia dell’illustre castellano Acerbi, il Premio continuerà il suo cammino  per affermare che, se ci conosceremo un po’ di più, scopriremo di avere in comune un patrimonio di  elementi tali da poter difficilmente entrare in conflitto con “l’altro”. Il libro è  sempre uno strumento di pace.

Rosanna Colognesi
(Segretaria del Premio e dell’Associazione Acerbi)