L’omelia di Pasqua di don Bergamaschi: “Una vita nuova è possibile”

13 Aprile 2020

Carissimi tutti,

continua l’emergenza coronavirus e dopo la quaresima viviamo la Pasqua e il tempo pasquale in quarantena. Qualcuno potrebbe sorridere e magari sta già prendendo in giro i cristiani con le loro preghiere e i loro riti, perché, tanto, non possono cambiare la situazione. E noi rispondiamo invece dicendo: proprio perché il Risorto è il Crocefisso, non ci aspettiamo miracoli alla maniera delle magie di Harry Potter, ma ci aspettiamo di cambiare noi! Come Lui è passato da morte a vita, così anche noi! Questo è il miracolo: passare dalle nostre morti alla vita nuova. Ma come è difficile cambiare! Anche il riposo forzato a casa, oppure, se volete, l’imprigionamento nelle nostre case spesso paragonate a dei “forzieri dorati”, non vuol dire che automaticamente riusciamo a riflettere e a cambiare mentalità e vita. Ci vuole ben altro per cambiare! E il Vangelo della Pasqua appena ascoltato ce lo dice chiaramente: ci vuole una tomba vuota! Si, per cambiare, bisogna fare l’esperienza della tomba vuota! Come la Maddalena che il mattino dopo il sabato, il primo giorno della settimana, ha visto la tomba vuota e ha pensato ad un furto.

Ci hanno rubato tutto con il coronavirus, lo diciamo anche noi. Subito ci si può anche sbagliare, si può prendere un abbaglio, come la Maddalena. Però dopo, rimanendo là fuori a contemplare e piangere presso la tomba vuota, come Maria di Magdala, si capirà e si incontrerà il Signore Risorto. Ci vuole tempo e pianto per capire…. O come i due discepoli, Pietro, il più anziano, e Giovanni, il più giovane, quello che Gesù amava, che sono corsi al sepolcro e l’hanno visto vuoto. Subito hanno visto, ma non hanno capito. Hanno avuto bisogno di tempo anche loro per sintonizzarsi con quanto accaduto; infatti dice il testo che “non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti”. Si, miei cari, occorre fare l’esperienza del vuoto della nostra esistenza, delle nostre tombe vuote, per poter aprire la nostra mente e il nostro cuore alla pienezza della Pasqua!

Si, occorre tempo, occorre pianto per comprendere. E allora l’emergenza coronavirus non ci allontana dalla Pasqua, ma ce la fa fare proprio dentro, in profondità, perché ci offre il vuoto e il tempo e il pianto per capire che una vita nuova è possibile, se però anche noi facciamo il passaggio (cioè la Pasqua!), come ha fatto Gesù; se ci rendiamo conto dei nostri vuoti e di come riempirli con la Scrittura di Gesù! E siccome siamo anche noi duri di cervice, come lo era il santo popolo di Dio dell’Antico Testamento, abbiamo bisogno di tempo e pianto per capire questo, almeno abbiamo bisogno di tutti i 50 giorni del tempo pasquale che poi ci porta alla pienezza dello Spirito (non della carne!) a Pentecoste! Ma quali sono i nostri vuoti, oggi, davanti ai quali fermarsi, darci tempo per riflettere, comprendere e piangere per cercare e desiderare la vita, la vita bella e nuova che il Cristo Risorto ci vuole donare?

1. Forse è il vuoto delle nostre Chiese! Anche questa è una tomba vuota. Nemmeno nei primi secoli, durante le persecuzioni, i cristiani hanno celebrato la Pasqua annuale e quella settimanale senza popolo. Erano magari in pochi, nelle case o nelle catacombe, ma insieme! Le nostre chiese vuote ci devono far riflettere su quanto ci manca la comunità e su come spesso l’abbiamo snobbata, trascurata. Le tombe vuote delle nostre chiese e del nostro Oratorio, dei nostri ambienti parrocchiali, ci chiamano e ci fanno sentire il bisogno di Chiesa, di stare insieme cioè in Cristo, con Cristo, per Cristo, come fratelli e sorelle. Ci chiamano e ci fanno sentire il bisogno dei Sacramenti, che sono gli incontri reali, concreti, incarnati con il Cristo nell’Eucarestia, nel Battesimo per i nostri bambini e per gli adulti, nella Confermazione che rende forti in Cristo, roccia della nostra vita; il bisogno del grande dono del sentirci ed essere realmente perdonati nella Confessione, della fortezza del Sacramento dell’Unzione nel momento del dolore, della malattia, della fragilità, del Sacramento che fonda l’amore degli sposi nel Matrimonio e del Sacramento dell’Ordine che celebra, per chi è chiamato, ad essere pastore e a guidare le comunità cristiane. Come sentiamo la necessità di avere delle guide oggi, ma in Cristo, con Cristo e per Cristo! Come sentiamo la necessità di avere una scuola di vita cristiana attraverso i percorsi di catechesi, di formazione, attraverso il nostro oratorio, attraverso le iniziative dei gruppi giovanili, attraverso la vita della nostra comunità con le sue feste, il grest, i campi estivi e via dicendo! Già questo, se lo sentiamo davvero, se lo desideriamo davvero, è già fioritura di Pasqua!

  1.  Forse il vuoto (un’altra tomba vuota!) è la mancanza di aria pulita, di poter correre all’aperto (penso specialmente al sacrificio dei nostri bambini, dei ragazzi, dei giovani); alla mancanza di non poter giocare, di fare sport perché improvvisamente l’aria, l’ambiente che respiriamo, potrebbe essere portatrice di malattia e morte. Come ci manca il poter uscire, il respirare a pieni polmoni la brezza rigeneratrice durante una passeggiata nei campi, nei boschi, nei parchi, in montagna o in riva al mare … Desiderare di darci un ambiante più pulito, di deciderci a costruire un ambiante più pulito, sano, una natura amica e non sfruttata: desiderare questo è già fioritura di Pasqua! Cambiare questo nostro modo di vivere è già fioritura di Pasqua!
  2. Un’altra tomba vuota è la mancanza di “comunicazione reale”: come la Maddalena che piangeva perché non poteva più vedere e toccare il suo Signore, fosse anche nel sepolcro! Come noi, che non abbiamo più potuto nemmeno baciare, toccare i nostri morti e dare loro nemmeno il gesto della pietà umana! Certo, abbiamo ripreso col cellulare le benedizioni! Magari ci siamo visti in questi tristi giorni via skype; quante telefonate, sms … e ringraziamo il Signore che ci ha dato lo sviluppo tecnologico per supplire in questo modo virtuale a quanto ci manca nei rapporti reali! Ma sentiamo la nostalgia del vederci, toccarci, abbracciarci, parlarci a tu per tu perché noi siamo anche corpo! Forse rimpiangiamo il tempo perso precedentemente a chattare con i social sul niente, sul nulla, a perdere il tempo in questo, mentre ora ci manca il rapporto diretto. Impariamo, desideriamo e prepariamoci ad una nuova e più profonda comunicazione tra di noi, ad usare i social per il bene e non per il male: anche questo è già fioritura di Pasqua!
  3. Un’altra tomba vuota è la mancanza del lavoro, delle attività! L’uomo è fatto per lavorare, costruire, progettare, impegnarsi per sé e per gli altri. Come ci manca il lavoro, ogni forma di lavoro onesto è prezioso! Come questa mancanza ci fa sentire spesso inutili! Come dobbiamo saperlo custodire, come inventarne di nuovi di lavori, come apprezzare il lavoro degli altri, come difendere anche tutti i piccoli posti di lavoro umili, come riconoscere la dignità del lavoro non solo per il suo valore economico, ma come espressione della persona umana! Se tutti ci mettessimo a riconsiderare il lavoro nell’orizzonte della vocazione dell’uomo chiamato a custodire e a coltivare la terra, secondo l’ordine del Creatore, come comincerebbe a fiorire di nuovo la Pasqua tra di noi!
  4. un’altra tomba vuota è la scuola; al di là dei primi giorni in cui i nostri ragazzi hanno pensato di essere già in vacanza, l’euforia per la assenza si è presto tramutata in mancanza e desiderio e bisogno di scuola, dove avviene lo scambio tra le generazioni, dove tutto il nostro sapere e saper fare accumulato nei secoli, patrimonio di vita, viene trasmesso alle nuove generazioni, dove si impara a stare al mondo nelle dinamiche relazionali interpersonali e sociali. Come ci manca e come la rimpiangiamo la scuola! Perché a casa, magari da soli, i nostri figli non possono crescere bene! Come vorremmo che la scuola fosse seguita meglio, come comprendiamo la necessità dell’indispensabile tirocinio dell’apprendimento e della formazione. Come è necessaria la fatica dello studiare per prepararsi al futuro! Lo comprendiamo adesso, che ci è stata tolta e le classi sono vuote! Certo, tramite i social si tampona, ma non è come parteciparvi dal vivo, non è come avere un rapporto con un insegnante che, ora più che mai, comprendiamo essere un educatore, un maestro di vita, che introduce alla vita i nostri figli. Se capissimo questo, già sarebbe fioritura di Pasqua!

Quante tombe vuote, o Signore! Potremmo star qui e continuare all’infinito, contemplarle; per esempio: lo smarrimento e la pochezza dei nostri scienziati di fronte al piccolissimo virus di cui ancora non conosciamo tutte le sue sfaccettature; il vuoto delle risposte dell’economia che in un attimo ha visto crollare tutte le sue certezze che sembravano incrollabili e davanti al coronavirus non valgono più; il vuoto degli stadi e dei campi da gioco; il vuoto dei poveri in Africa, o nel sud del mondo, o nelle nostre periferie che continuano a “morire” o a “sparire” nell’indifferenza di un sistema economico che pure è saltato, ma ancora non sa convertirsi ad una migliore giustizia sociale; il vuoto dei negozi, il vuoto degli aeroporti , il vuoto delle località turistiche, il vuoto della vita sociale nei bar e nelle associazioni o nelle nostre feste tutte saltate!

Ma, o Dio Padre, tu le conosci tutte le nostre tombe vuote. Dacci il tempo di capire, riflettere, anche di piangere, come Maria Maddalena, come Pietro e Giovanni, e arriveremo a comprendere, alla luce della Tua Scrittura, che è giunto il tempo di cambiare, di “voltarsi indietro”, come Maria di Magdala, e di affidarsi ai tuoi saggi insegnamenti, di rivedere la scaletta dei valori della nostra vita, di mettere le cose al giusto posto, ogni cosa secondo la sua vocazione, come il primo giorno della Creazione ordinasti tutte le cose create secondo criteri di bellezza e armonia! E Tu, il settimo giorno, dopo aver creato tutto, ti riposasti per contemplare la bellezza dell’opera da Te fatta, … e con Gesù, Tuo Figlio, sempre al settimo giorno con la Sua Risurrezione, hai fatto contemplare a Pietro e a Giovanni e a Maria Maddalena i teli posti là piegati in un angolo e il sudario piegato al suo posto, e hai così deciso di ricominciare a ricostruire e riordinare tutte le cose del mondo, tutto il Creato dopo che l’uomo, noi, l’abbiamo rovinato con il nostro peccato, il nostro no a Te e alla Tua Parola; da questi nostri vuoti scaturisca l’annuncio e l’appello ad una vita nuova che solo Tu, o Padre, con il Tuo Figlio Gesù, il Crocifisso ma Risorto, e il Suo Potente Spirito in noi, puoi darci: una possibilità nuova che è e sarà sempre rinascita dopo la perdita, Risurrezione dopo la morte, lievito nuovo che fa fermentare tutta la pasta!

Dacci, o Signore, la certezza che nella misura in cui non smetteremo mai di Celebrare il settimo giorno, tutti noi e il mondo con noi si rinnoverà nella Tua Pasqua settimanale!