Museo MAST di Castel Goffredo: “La vera seduzione non passa mai di moda”

19 Maggio 2021

È tempo di rinascita per il Museo MAST! In occasione dell’International Museum Day, indetto dall’International Council of Museums, il museo accoglie i visitatori con l’esposizione di 3 preziosi oggetti identitari della storia della comunità. Protetti da una teca di vetro, come veri e propri gioielli, trovano posto nell’ingresso un espositore per calze NOEMI a forma di mano con lunghe dita affusolate, esempio del miglior design italiano degli anni 1930-40 (dono di Giulia Pederzani e Corrado Bocchi); una cartolina pubblicitaria commissionata negli stessi anni dall’azienda a Serafino Campi, protagonista della grafica italiana di allora, in cui il binomio seta-rosa diventa sinonimo di bellezza e sensualità (Collezione Pierluigi Barosi); e infine loro, le calze femminili in seta naturale, realizzate nel 1930-40 (dono di Ivana Piva ed Elia Gorgaini).

Era il 1° luglio 1926 quando a Castel Goffredo aprì il calzificio Noemi, fondato l’anno precedente dall’imprenditore castellano Delfino Eoli insieme al fratello Oreste e al sindaco di allora, il podestà Achille Nodari. Il tempo ha annebbiato le motivazioni che portarono Delfino a raggiungere la città di Chemintz in Germania, vicino ai confini con la Repubblica Ceca, ma, forse complice il destino, qui ebbe l’opportunità di apprendere perfettamente il funzionamento delle macchine per la produzione delle calze a telaio.

Tornato in patria mise a frutto le sue conoscenze e aprì il calzificio che sarebbe diventato “la culla della cultura tecnico-industriale” castellana, il cui acronimo, NOEMI, univa le prime lettere dei cognomi dei fondatori, Nodari ed Eoli, e la sigla della città di Milano, sede legale e dei magazzini di vendita. Lo stabilimento, invece, rimase sempre a Castel di fronte ai giardini pubblici, affacciato su quello che oggi è viale Europa. Gli ingombranti telai Cotton utilizzati nel calzificio producevano calze femminili di seta molto trasparenti ed eleganti, che si imposero a livello nazionale e internazionale. La rarità era che fossero prodotte in una piccola città rurale, dove le donne continuavano a indossare calze di cotone o di lana. Negli anni ’30 NOEMI si ingrandì con la produzione di maglieria per la confezione di capi intimi maschili e femminili in pura seta, rivolgendosi ad un mercato di élite.

Superato anche il secondo conflitto mondiale iniziò una lunga fase di declino a partire dalla metà degli anni Cinquanta, complice anche il fatto che l’azienda era molto forte nella fase produttiva ma non in quella commerciale: i grossisti stranieri commercializzavano le calze castellane con il proprio marchio e Castel Goffredo restava invisibile. NOEMI chiuse definitivamente nel 1974 ma nel frattempo la crisi aveva innescato una prodigiosa crescita industriale fondata sulla piccola imprenditorialità diffusa che ancora oggi celebra Castel Goffredo come capitale del Distretto della calza.

Sapevate che… la vocazione di Castel Goffredo verso l’arte della tessitura risale a ben prima del XX secolo? Un documento del 1537, citato da Piero Gualtierotti nel volume Pietro Aretino, Luigi Gonzaga e la corte di Castel Goffredo (1976, p. 12), testimonia in quest’anno la produzione di calze e di camicie di seta. A distanza di mezzo secolo, un altro documento del 1595 rivela che la tessitura della seta era l’unica attività artigianale sul territorio, ad esclusione dell’agricoltura e del commercio.

In quell’anno giunse in Città il commissario di polizia Rodolfo Corraduzzi, inviato dall’imperatore affinché raccogliesse testimonianze sui due illustri assassinii dei marchesi Alfonso e Rodolfo Gonzaga. Per sdebitarsi con il Corraduzzi, la comunità decise di donargli due cendali, uno cremisi e l’altro giallo pagliato per fare due paramenti da letto. Il cendalo, detto anche zendalo o zendado era un tessuto leggero e molto pregiato in seta. L’esposizione sarà fruibile fino a domenica 20 giugno nei consueti giorni di apertura del Museo Mast (da mercoledì a domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 18; info www.mastcastelgoffredo.it )

Barbara D’Attoma – Direttrice Museo Mast