Storia

Un po’ di storia..

DEDICAZIONE: Sant’Erasmo Vescovo e Martire
COLLOCAZIONE: entro le mura cittadine
EPOCA: secolo XVI
AUTORI: Giovanni Antonio Peregrino, Bernardino Facciotto
COMMITTENTI: Marchese Alfonso Gonzaga signore di Castel Goffredo per il legato del padre Aloisio, Don Faustino Bronzi prevosto di Sant’Erasmo, Congregazione del Consorzio dei poveri, Compagnia del SS. Rosario, Compagnia del SS. Sacramento, Magnifica Comunità di Castel Goffredo.

ESTERNO

MATERIA: muratura, intonaco, marmo Botticino (portali, gradini, basi lesene, obelischi e altri particolari architettonici), lamine di rame.

ISCRIZIONI: tre lapidi di Botticino e un portale sul fianco sinistro (provenienti dall’ex Chiesa di Santa Maria del Consorzio) sono dell’epoca del Marchese Aloisio Gonzaga (1495-1549).

DESCRIZIONE: la facciata, suddivisa in due ordini, ha paraste e timpano. Cinque obelischi e tre grandi portali in marmo decorano in modo ritmico l’intera facciata. Un esile campanile a pianta circolare accompagna il bel tiburio con lanterna che si leva sulla crociera.

INTERNO

ALTAR MAGGIORE: in marmi policromi, è realizzato nella prima metà del Settecento dalla bottega dei Gamba, marmorini di Rezzato (Brescia). Lo splendido paliotto, realizzato nel 1717 da Andrea Gamba, è interamente rivestito da commessi in marmo, pietre dure e madreperla. Nel medaglione centrale è raffigurato Sant’Erasmo titolare della chiesa e della prevostura. Nel 2017 il presbiterio della Chiesa di Sant’Erasmo è stato rinnovato grazie all’opera dello scultore mantovano Andrea Jori, comprendente altare, sede e ambone.

ALTARI LATERALI: sulla parete di fondo della navata sinistra si trova il settecentesco altare in marmo, dalla splendida balaustra, della Madonna del Rosario; l’ancona, dipinta con i Misteri del Rosario, ospita nella nicchia centrale una Madonna lignea policroma, opera della bottega veronese dei Giolfino (1470 circa). Sul lato opposto, nel transetto di destra, l’altare marmoreo con balaustra del Santissimo Sacramento, opera bresciana del ‘700. Nella parete destra del transetto si apre la cappella del Crocefisso e delle Santissime Reliquie, interamente affrescata con scene della Passione da un pittore di scuola cremonese del Cinquecento. L’altare in marmi policromi, eseguito nel 1688 da Faustino e Stefano Carra di Brescia, fu costruito per ospitare il Crocefisso ligneo policromo del Quattrocento, da sempre ritenuto miracoloso, e, nella nicchia sottostante, quattro splendidi reliquiari donati dal Duca di Mantova Vincenzo I Gonzaga nel 1610 insieme ad un forziere, giunto da Roma nel 1613, contenente reliquie prelevate dalle catacombe. La balaustra in marmo che chiude la cappella, su cui pilastrini sono raffigurati splendidi uccelli posati su rami carichi di frutti, è la prima (1703) opera documentata che i Corbarelli – famiglia di marmorini originaria di Firenze che portò nell’Italia del Nord la tecnica del “commesso fiorentino” – eseguirono nel mantovano. Nelle navate laterali quattro altari in marmo, scagliola e stucchi policromi e parzialmente dorati del XIX secolo.

ARREDI: un importante coro ligneo settecentesco occupa lo spazio dell’abside semicircolare che fu costruita nella prima metà del secolo XVIII. Sulla parete sinistra del transetto, inserito in una cassa più antica, l’organo della seconda metà del secolo XIX è opera di Tito Tonoli. Nella navata centrale il pulpito ligneo, in parte dorato, di forte impronta barocca, è opera del bresciano Carboni. Ai lati dell’ingresso centrale e lungo le navate laterali, sei confessionali lignei della prima metà del ‘700. La prepositurale di Sant’Erasmo è inoltre dotata di un ricchissimo patrimonio di sculture lignee, dipinti, suppellettili, arredi mobili, argenterie e parametri sacri visionabili presso il Museo Mast della città.

DIPINTI: al 1° altare a sinistra una splendida “Madonna e Santi” d’autore seicentesco ignoto; a 2° altare a sinistra “San Francesco che riceve le stigmate” di scuola veronese del primo Seicento e “Le anime del Purgatorio” di Giuseppe Bazzani, mantovano, uno dei maggiori pittori lombardi del ‘700; nell’abside pala del “Martirio di Sant’Erasmo” opera di scuola veronese del secolo XVI; ai lati dell’altar maggiore due grandi tele settecentesche: “Mosè che fa scaturire l’acqua dalla roccia” e “Mosè salvato dalle acque” del bresciano Giuseppe Falli, autore pure dei “Dodici Apostoli” posti nella navata centrale, sopra le colonne; nel transetto di destra “L’ultima cena” opera di scuola manierista mantovana; al 2° altare a destra una pala d’autore ignoto milanese del ‘600: “Vergine con Bambino e i Santi Sebastiano e Carlo Borromeo”; al 1° altare a destra il “Martirio di Santo Stefano” di scuola mantovana della fine del Cinquecento; sopra la porta centrale d’ingresso “Santa Barbara”, tela del secolo XVII.

ISCRIZIONI: nel pavimento della chiesa ci sono molte sepolture chiuse da lapidi tombali con relative iscrizioni testimonianza di un’antica consuetudine cristiana.

DESCRIZIONE: grande aula basilicale a croce latina suddivisa in tre navate da colonne in marmo di Botticino. All’incrocio tra la navata centrale e il transetto si erge l’ampia cupola sormontata dalla lanterna che illumina il centro del tempio. La navata centrale, il transetto e il presbiterio hanno volta a botte mentre le navate laterali hanno volte a crociera. Nella navata sinistra la prima cappella è il Battistero, mentre nella navata destra la cappella opposta è dedicata a Sant’Antonio da Padova.

NOTIZIE STORICHE: dal XIII secolo è documentata a Castel Goffredo una chiesa di Sant’Erasmo. Nel 1587 iniziarono lavori d’ampliamento e ristrutturazione all’edificio preesistente, con l’aggiunta della cupola, che però la notte dell’11 febbraio 1588 crollò; fu perciò chiamato da Mantova l’architetto ducale Bernardino Facciotto cui probabilmente si deve gran parte dell’attuale architettura. Nella seconda metà del Cinquecento per pagare la costruzione di Sant’Erasmo, la Magnifica Comunità di Castel Goffredo, che investì in quest’opera la somma più considerevole tra tutti i finanziatori, ottenne un prestito dal locale Banco degli Ebrei. Nel 1593 sulla soglia della porta principale della Prepositurale di Sant’Erasmo, Rodolfo Gonzaga ritenuto l’assassino dello zio Alfonso, marchese e signore di Castel Goffredo, fu assassinato a seguito di una congiura. Questa serie di uccisioni causò la perdita dell’indipendenza politica goduta per circa un secolo da Castel Goffredo e la sua aggregazione al Ducato di Mantova nel 1603.