
Il 13 dicembre 2006 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite adotta la “Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità”. Si tratta di uno strumento, condiviso a livello internazionale, che indica la strada da percorrere per garantire alle persone con disabilità: dignità, diritti, cittadinanza attiva e possibilità di vita indipendente.
Il diritto alla vita indipendente, declinato dalla Convenzione ONU come libertà e possibilità di scegliere dove e con chi vivere, riguarda tutte le persone con disabilità ed in modo particolare le persone con disabilità più grave, che richiedono maggiori sostegni e sono più esposte di altre al rischio di essere costrette a vivere in un istituto.
Il benessere economico e le migliori condizioni di salute hanno innalzato le aspettative di vita per tutta la popolazione e anche le persone con disabilità hanno oggi, per la prima volta, la prospettiva concreta di sopravvivere ai propri genitori. Questa favorevole circostanza porta molte famiglie a chiedersi con angoscia: “che ne sarà dei nostri figli disabili dopo di noi? Dove vivranno? Chi si prenderà cura di loro?”.
Sono preoccupazioni che mettono le famiglie, le persone disabili e tutte le nostre comunità di fronte a una sfida nuova: dobbiamo ripensare i modelli di abitazione e di co-abitazione per assicurare anche alle persone con grave disabilità la possibilità di vivere e con-vivere in una casa, inserita nel quartiere e nella città.
In Italia una legge recente (L. 112/2016), chiamata legge sul “dopo di noi”, riconosce alla persona con disabilità il diritto a vivere in modo indipendente in una casa, evitando il ricovero obbligato in Istituti e residenze sanitarie.
Alcune nuove, bellissime esperienze di vita indipendente per persone con disabilità stanno muovendo i primi passi anche nel nostro territorio e nelle nostre comunità (Castel Goffredo, Ceresara, Calvisano, Castiglione…). Queste esperienze ci dicono che il futuro bussa alla nostra porta. Prepariamoci ad accoglierlo!