Epifania del Signore: la riflessione del parroco don Giuseppe Bergamaschi

6 Gennaio 2021

Vale per il Vangelo di oggi il detto rabbinico che “Ogni parola della Torah ha settanta volti”, tanto il Vangelo dei Magi è ricco di simbolismi e di rimandi biblici al punto da costituire quasi una sintesi di tutta la storia della salvezza. Mi fermerò solo a considerare un aspetto che ci tocca tutti: questo brano è annuncio di qualsiasi avventura cristiana; sì, perché per essere o diventare cristiani è gioco forza essere o diventare avventurieri, partire da lontano e cercare e trovare. La domanda centrale della vita è quella fatta dai Magi: “Dov’è il re dei giudei che è nato?”. Il tema fondamentale appunto è la ricerca del Cristo e del “luogo in cui doveva nascere il Messia”. Non è una semplice ricerca geografica, ma teologica, cioè di significato per la vita dell’uomo, per la mia vita. Una ricerca esistenziale appunto. Come ho suggerito l’ultimo dell’anno, questa è l’emergenza vera sotto quella sanitaria. (cfr. sul sito della parrocchia). Almeno cinque sono i passaggi da vivere in questa ricerca.

I Magi hanno decifrato un segno. Loro hanno decifrato un segno astrale, una stella. Per noi si tratta piuttosto di interpretare un segno interiore, un’inquietudine, un’insoddisfazione, un’esigenza sempre più tormentosa. Andiamo in profondità dentro noi stessi e verifichiamo i segni che il cuore ci manda, specialmente in questo tempo di chiusura in casa a causa del corona virus; chiediamoci che segnali ci manda questo disagio, che cosa ci chiede, quali esigenze vere sentiamo per la nostra vita, non solo i bisogni primari e superficiali, ma quelli profondi, del nostro essere e vivere.

I Magi si misero subito in cammino. Si tratta di muoversi, abbandonare le posizioni acquisite, quello che abbiamo sempre fatto, le abitudini inveterate, le comode sicurezze, per affrontare il rischio della ricerca, del viaggio, per spingersi fino in fondo alla folle avventura della vita e della fede. I Magi non sapevano dove li avrebbe portati il viaggio, ma sono partiti lo stesso. Anche noi non sappiamo dove ci porterà questa situazione pandemica con le sue crisi molteplici, ma occorre partire, o meglio ripartire, affrontare un viaggio nuovo, decidersi di mettersi in questo viaggio. Per una rinascita. E chiedere informazioni a tutti, scrutare ogni segno, non trascurare il più piccolo indizio, ascoltare tutto e tutti. Quello che faremo quando ci ritroveremo in piazza.

I Magi si sono fermati a Gerusalemme e lì sono state scrutate le Scritture. Il passaggio fondamentale per la ricerca è l’accostamento alla Sacra Scrittura, il suo ascolto, la sua meditazione costante e silente, come quella di Maria, non come quella di Erode. Sì, perché le Scritture possono essere usate anche contro Cristo, la luce, e diventare strumenti di tenebra invece che di salvezza. Tenere conto delle indicazioni contenute nei suoi libri, avendo ben chiaro, però, che Dio non si trova nei libri. I libri, al massimo, suggeriscono dove è possibile trovarlo, ma sono i passi concreti che fanno i Magi, non Erode e con lui tutta Gerusalemme, a trovare Lui, la Risposta, la Luce. E’ l’esperienza nella vita del Vivente, perché Lui è il Risorto Vivo che vive in ognuno di noi e nella Chiesa, così oggi abbiamo annunciato la Pasqua!, che ci fa scoprire la bellezza e la grandezza della sua Presenza, dell’Adorazione a cui le Scritture, saggiamente lette e meditate, ci portano.

Poi i Magi fanno una scelta: decidono di seguire ancora la stella e vanno a Betlemme secondo le Scritture e adorano. C’è sempre una scelta precisa da fare. Ci sono sempre numerosi re Erode abusivi da scartare, per mettersi in ginocchio davanti all’Unico Signore. Erano partiti per cercare il Re dei Giudei, e non si fermano a Gerusalemme da Erode, il re costituito, ma vanno da un bambino a Betlemme. Rifiutano l’idolo e scelgono il vero Re. E’ il passaggio delle scelte vere, del discernimento tra ciò che inganna e ciò che ci libera, della verità o della menzogna. Occorrerà imparare di nuovo a scegliere il bene e il bene di tutti e per tutti, perché quel Bambino è appunto per tutti, dal male, che usurpa, uccide, scarta, rifiuta. Gerusalemme, capitale, viene soppiantata da Betlemme, piccolo borgo sconosciuto ai re di questo mondo, ma riconosciuta dai piccoli, come i pastori, e dagli stranieri, come i Magi. Imparare a fare le scelte giuste non è facile, ma si può se ci si lascia guidare dalla stella, la luce dello Spirito che brilla in ognuno di noi: O Luce, beatissima, invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli (cfr. la sequenza dello Spirito Santo).

Infine i Magi trovano il Re Bambino. Per chi non si stanca a motivo del lungo viaggio, della strada, delle difficoltà della ricerca, per chi non si ferma rassegnato al “non si può fare nulla”, c’è l’incontro con Lui, nella semplicità di un Bambino, segno di vita e speranza, e nella semplicità e povertà di una famiglia, quella santa, quasi a dirci che la soluzione, anche di questa pandemia, sarà nel trovare la semplicità della vita (usi e costumi rinnovati, scartando la complessità della logica dei consumi per una nuova essenzialità del vivere) e la semplicità della famiglia, la verità di un Amore familiare condiviso con tutti, anche con gli stranieri, i Magi, e lì ritrovare le ragioni per un nuovo impegno e una nuova ripartenza per un’altra strada, sempre come i Magi; una ripartenza per un’altra strada, non come quelle che abbiamo percorse fino a qui, ma altre, che “i sogni”, cioè il Signore con il suo Spirito, ci suggeriranno di percorrere. E seguirli questi “sogni”, con fiducia di bambini, come i Magi, e sarà nuova vita.