“Il Cantico dei Cantici”: a Castel Goffredo l’atteso spettacolo con GardArt

29 Settembre 2022

Nell’ambito della Missione dedicata al Padre Nostro promossa dalla parrocchia di Castel Goffredo, sabato 1 ottobre alle ore 21:00 nella chiesa di Sant’Erasmo va in scena lo spettacolo dal titolo “Il Cantico dei Cantici – parole e musica a due voci”, di e con Laura Gambarin e Gianluigi La Torre (nella foto), prodotto dall’Associazione culturale GardArt di Desenzano. Si tratta di un gradito ritorno a Castel, dopo il successo ottenuto dalla rappresentazione sacra “Dio nostra Madre” dello scorso 8 settembre, sempre in Sant’Erasmo.

Lui, lei, l’Altro…e se si iniziasse col dire che il Cantico dei Cantici, l’inno all’amore per eccellenza ha non due, bensì tre protagonisti? In effetti, due li si individua facilmente da subito: un uomo e una donna, due giovani innamorati che si scambiano parole dolci, dichiarazioni sensuali ed appassionate e si abbandonano in deliziose descrizioni dell’amore, inteso come i greci intendevano l’eros, unione di due corpi e due anime che si fondono in un essere solo. Fin qui nulla di più semplice; ma chi è l’Altro? In realtà, non si tratta di un altro essere umano, ma di Dio. La presenza di Dio, infatti, è costante benché non venga mai rivelata in nessun punto del testo, anzi, Dio in questo splendido e celeberrimo testo biblico non viene nemmeno nominato; e già questo paradosso basterebbe ad agganciare la nostra curiosità. Le domande, dunque, sono due: cosa c’entra Dio nella storia di questi due giovani innamorati? E poi, a quale titolo questo componimento può entrare a far parte dei testi biblici, se la parola ‘Dio’ nemmeno viene pronunciata?

In questi versi senza trama, la pura relazione tra un uomo e una donna è la realizzazione, l’incarnazione dell’amore, che a sua volta sta alla base della vita; per questo motivo Dio non potrebbe non essere presente, è Lui che li ha creati vicini, perché si unissero e si moltiplicassero, perché diventassero un solo corpo e una sola anima e la Sua presenza è inestricabilmente parte del loro amore. L’AMORE, dunque, con tutte le lettere maiuscole, qui non è un semplice accordo matrimoniale, o una convivenza sotto lo stesso tetto atta a procreare figli, e tanto meno la scarna unione fisica di due corpi, ma un legame indissolubile, in cui due corpi e due anime, poggiati nell’incavo della mano di Dio, dialogano al ritmo dei respiri, dei pensieri; quell’amore si fa poi fuoco che travolge e brucia, che fa ammalare, che fa fremere dal brivido dell’impazienza e tremare dal terrore di perdersi.

Affrontare questo testo per noi, coppia nell’arte e nella vita, è senz’altro un’occasione speciale, perché diventa un’esperienza di crescita insostituibile; inoltrandoci in quest’avventura con grande entusiasmo e curiosità, abbiamo scoperto nelle volute di questi versi d’amore una ricchezza straordinaria. L’amore tra l’uomo e la donna viene qui rivalutato come base fondamentale di tutte le altre relazioni, e quindi luogo privilegiato per la realizzazione dell’essere umano: del Cantico dei Cantici è stato detto che se Dio non avesse consegnato al popolo ebraico la Toràh (la Legge), sarebbe bastato questo Cantico di tutti i Cantici per governare il mondo. Per la messa in scena si è deciso di abbandonarsi ad un ascolto attento dell’andamento del testo e quindi, seguendone la musicalità, si è pensato di frammezzare il testo con alcuni brani musicali cantati a due voci, così da poter scivolare facilmente dalla recitazione al canto e viceversa, in delicato sapore di musical.

 Anna Maifrini