Il Padre Nostro nel linguaggio universale

La Missione di Castel: impariamo il Padre Nostro nel linguaggio universale

22 Agosto 2023

Il progetto della Missione promosso dalla Parrocchia di Castel Goffredo, iniziato l’anno scorso, si sta ormai concludendo. Abbiamo cercato insieme di meditare sulla preghiera che Gesù ci ha insegnato: il Padre Nostro. E’ una preghiera che ci viene insegnata fin da quando, nella nostra vita, iniziamo i primi approcci con il cammino di fede. La conosciamo a memoria ma non siamo certi di conoscerla in profondità. Il cammino della Missione si è proposto il compito di introdur ci alla scoperta della profondità di questa preghiera che, come tutti i messaggi del Vangelo, ha il vantaggio della semplicità. Quando i discepoli chiesero a Gesù di insegnare loro a pregare, avevano bisogno che fosse insegnato loro un modo corretto di farlo, ricordiamo infatti che la religiosità ebraica del tempo era molto rigida e aveva riti e orazioni molto precisi.

Gesù cercò di rompere con l’attitudine che cercava di allontanare l’uomo da Dio e trovò nella semplicità lo strumento che potesse facilitare il dialogo con Dio, che Gesù chiamò ed insegnò a chiamare Padre. Qui sta tutta la grandezza di questa preghiera. Solo il titolo è un programma di vita: Padre Nostro. In quell’aggettivo “Nostro” c’è tutto il messaggio di Gesù: se abbiamo un Padre Nostro significa che siamo fratelli. E nel momento in cui noi diciamo “Padre Nostro” affermiamo che riteniamo gli altri esseri umani, nostri fratelli.

Per secoli il Padre Nostro è stato recitato nella lingua della Chiesa: il latino. Si imparavano e si recitavano le preghiere in latino, magari storpiandolo. Non se ne conosceva il significato. Ricordo il Rosario della mia infanzia, recitato rigorosamente in latino. Poi è arrivato il Concilio Ecumenico Vaticano II e negli anni Sessanta e si è cercato di tralasciare il latino per rendere più accessibile e comprensibile la preghiera. E’ stata una scelta giusta, ma nello sforzo di tradurre la preghiera nella lingua parlata delle varie nazionalità le abbiamo forse tolto il senso dell’universalità. Il Pater Noster era così in Europa, era così in America, era così in Africa e in Asia. Si poteva recitarlo insieme nella stessa, unica lingua.

In questi nostri tempi moderni, così complicati, abbiamo imparato a velocizzare i tempi della comunicazione. Abbiamo costruito strade e mezzi sempre più veloci. Abbiamo scoperto anche un universo virtuale per poter comunicare sempre più velocemente: si chiama WEB. C’era bisogno di una lingua che assumesse il compito di trasmettere questa comunicazione e l’Inglese si prestava ottimamente per assolvere tale compito. Ormai l’Inglese viene studiato a scuola fin dall’infanzia. I giovani lo conoscono e lo parlano con relativa facilità. Allora, perché non imparare la preghiera più universale che si conosca, il Padre Nostro, pregato dai Cristiani di ogni confessione, anche nella lingua che ha assunto il compito di essere un linguaggio universale?  Ha la bellezza della semplicità. Eccola:

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen.

Our Father, who art in heaven, hallowed be thy Name. thy kingdom come, thy will be done, on earth as it is in heaven. Give us this day our daily bread, and forgive us our trespasses as we forgive those who trespass against us. And lead us not into temptation, but deliver us from evil. Amen.

Ester Lanaro