Una riflessione “a caldo” sul nostro pellegrinaggio alla Madonna del Dosso

3 Maggio 2022

Nella serata di martedì 3 maggio, fratelli e sorelle, presbiteri responsabili delle nostre 5 parrocchie, abbiamo vissuto quanto San Paolo ci ha appena ricordato: nella chiesa “vi sono diversi carismi o doni ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversi ministeri ma uno solo è il Signore; vi sono diverse attività ma uno solo è Dio che opera tutto in tutti”. Infatti siamo qui radunati da 5 parrocchie diverse, ma siamo un’unica chiesa; siamo laici, presbiteri, diaconi, e poi vari cantori e cori, ministranti, magari catechisti, servitori della liturgia nei suoi vari aspetti, della carità nelle sue multiformi manifestazioni, servitori dei giovani e così via … ma uno solo è lo Spirito, uno solo è il Signore, uno solo è Dio. Così San Paolo richiama la Trinità, la Uno-Trinità, chiarendo che la diversità delle Persone in Dio non rompe l’Unità, anzi la richiede, la presuppone, e questo Mistero è il fondamento della Chiesa, mistero di diversità nell’unità. Allora qui diciamo col nostro esserci che non è tanto importante ciò che facciamo o ciò che siamo nelle nostre diversità, ma che è più decisivo ed essenziale il manifestarsi, sul volto di questa porzione di chiesa mantovana che è l’Unità Pastorale della Madonna del Dosso, il volto del Dio uno e trino, uno nella diversità, e origine e causa della nostra fede e perciò della nostra appartenenza alla chiesa di Cristo.

Infatti San Paolo ci ammaestra che nessuno può dire:” Gesù è il Signore”, cioè il Risorto, il centro della nostra fede, se non sotto l’azione dello Spirito Santo; come nessuno potrà rinnegare Cristo, cioè dire: “Gesù è anatema” se rimarrà nel suo Spirito! Quindi se siamo qui nella fede del Risorto lo è solo per il dono della fede che il suo Spirito ha operato in noi e al quale ognuno di noi ha dato il suo assenso, il suo sì, non solo dell’intelletto ma anche della volontà. Chi ha fatto tutto in noi, al punto di darci il dono inestimabile della fede e conseguentemente del servizio verso gli altri nelle sue varie forme, è Lui il Risorto per mezzo del suo Spirito Vivente che grida in noi: Abba, Padre. Come in Maria, concepita senza il peccato originale in quanto Immacolata, lo Spirito di Dio ha agito in modo tale da garantire in Lei il suo sì all’Angelo, così in noi lo Spirito di Dio ci sostiene nel sì della nostra fede, se, come Maria, apriamo le orecchie e il cuore all’ascolto della Parola Divina.

Nella preziosa occasione del pellegrinaggio, abbiamo affermato che, al di là e oltre le nostre particolarità di singole parrocchie, è molto di più ciò che ci accomuna e unisce, perché “a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune” (San Paolo). Vuol dire che rimangono le manifestazioni particolari delle nostre parrocchie, dono dello Spirito Santo, non perché le parrocchie siano fine a sé stesse ma perché siano a servizio del bene comune dell’unica chiesa di Cristo; ognuno di noi e ognuna delle nostre parrocchie siamo a servizio gli uni degli altri perché si manifesti in tutta la sua bellezza il volto di Cristo, in questo territorio, e per mezzo di Lui quello del Padre. Le nostre particolarità, quelle vere, autentiche, sono opera dell’unico e medesimo Spirito, il quale le distribuisce come vuole. Quindi le diversità siano ricchezza reciproca e non suscitino contese, competizioni, chiusure, isolamenti, ma comunione sincera che ci faccia camminare insieme (ecco: lo stile sinodale!) nella missione affidataci dallo Spirito con i suoi doni diversi.

Questi appunto non sono nostri ma suoi e dati a noi per l’utilità comune; quindi nessuno può vantarsene, ma solo condividerli fraternamente. In questa serata abbiamo vissuto concretamente un primo passo verso quella comunione tra le nostre 5 parrocchie, essenziale, per dare autentica testimonianza di fede al mondo, secondo la preghiera di Gesù: “Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato” (Gv.17,20-21). Questo è un sentiero antico e sempre nuovo che la chiesa è chiamata a percorrere su preciso mandato del suo Signore. Ma i tempi nuovi che viviamo, caratterizzati da profondi mutamenti nel modo di rapportarsi, nei linguaggi, nella percezione diversa del reale, nelle dinamiche spesso convulse della vita quotidiana, nelle nuove paure che attanagliano la mente e il cuore degli uomini, quest’ora nuova della storia ci chiama urgentemente a intensificare il nostro cammino comune, cioè sinodale, a rinnovare insieme le radici del nostro credere e servire perché il mondo creda. La forza dei credenti è sempre stata la loro profonda unità cattolica. Non ci spaventi il pericolo di perdere le nostre particolarità perché lo Spirito ce le garantisce, quelle vere! Le diverse tradizioni, frutto invece di storie solo umane e non abitate dallo Spirito, se ne andranno per lasciare il posto ad altre forme di vita cristiana che Lui susciterà e ci farà capire.

Due sono i punti di riferimento sicuri che ci accompagneranno nel cammino futuro, anche secondo il Concilio Vaticano II: la Parola di Dio e la Tradizione, con la T maiuscola. Quindi: la Bibbia, letta, meditata, capita, amata, ascoltata e messa in pratica e la viva Tradizione della Chiesa, cioè tutto ciò che essa è e fa sotto l’azione dello Spirito Santo nel trasmetterci il dono della fede con la Parola e i Sacramenti. La sua guida sarà bastone sicuro per intraprendere i percorsi nuovi secondo gli insegnamenti di sempre, perché la novità dello Spirito non è il nuovismo o l’avventura ma il rinnovamento nella fedeltà all’unica fede cattolica che ci sostiene. La Madonna è nostra compagna di viaggio in questo cammino e la sua assistenza e intercessione che chiederemo dopo è garanzia che, pur tra inevitabili difficoltà e prove, le nostre chiese arriveranno alla meta desiderata di una nuova unità che faccia splendere il volto del nostro Dio, uno e trino, Uno-Trinità. Questi sentimenti di fede hanno animato, nel profondo, il nostro pellegrinaggio.

Don Giuseppe Bergamaschi – Coordinatore dell’Unità Pastorale Madonna del Dosso