Luca Cremonesi: “Consigli di lettura sotto l’albero, con le candele accese”

13 Dicembre 2022

Sarà un Natale con poca luce. Forse. Chissà. Non è molto chiaro. Che belle che sono le parole quando complicano il discorso. Al netto delle emergenze, dunque, molte amministrazioni hanno deciso di spegnere le luminarie. Che sia o meno una buona idea resta un fatto: meno luci vuol dire vedere meglio il cielo stellato sopra di noi. Non male, credetemi. In ogni caso, io vi consiglio di tornare a leggere con la luce delle candele. Non solo perché le vecchie candele sono, oggi, oggetti fra i più regalati e desiderati, ma perché la luce della candela scalda, trasforma atmosfere, e rende le nostre stanze più accoglienti. Quindi, credetemi, leggere con la luce della candela è davvero un bel modo per gettarsi nelle pagine dei libri. La scelta, quest’anno, non è facile. O meglio. Sul fronte della quantità direi che l’editoria italiana non ha fatto sconti. Anzi… Ma sul fronte della qualità, beh, che dire, c’è da mettersi le mani nei capelli. Quindi, nel mare magnum di pagine editate nel corso del 2022, fare una selezione sensata di libri che vale la pena leggere è davvero dura. Credo, infatti, che leggere non sia solo svago.

Sia chiaro, e lo dico subito: contesto l’idea che film, musica, libri e fumetti siano solo e puro svago. Come se ci fosse una vita degna di essere vissuta, e poi un sottofondo fatto di tempo libero. Un po’ come accadeva nel Medioevo e nel Rinascimento. Le tele avevano in primo piano ciò che contava far vedere, mentre negli sfondi c’era quello che si voleva, ma non si poteva, mettere in mostra. Ecco, nella nostra epoca siamo più o meno nella stessa situazione. Mettiamo come sfondo e sottofondo ciò che non vogliamo e non possiamo pensare. E così di letture di intrattenimento, vi chiedo scusa, non ve ne consiglierò. Mi spiace… A chi si aspettava questo aspetto diciamo che può pure fermarsi qui. Amici come prima, davvero…

Partirei subito in quarta. Due libri che, di fatto, trovate catalogati nella sezione “tempo libero”, e che potete comprare nello scaffale di “musica”. In realtà, però, sono volumi che spaziano in vari ambiti. “Surrender” (Mondadori), l’autobiografia di Bono, vocalist dagli U2, è la storia, narrata in prima persona e presa diretta, delle idee dell’ultima grane rock star del Pianeta. L’adagio vuole che gli U2 saranno l’ultima band di cui tanti conosceranno tutti i quattro nomi e cognomi dei componenti. Vero. Allo stesso modo, Bono è l’ultima grande rock star che è convinta, o è stata convinta, che la musica possa cambiare il mondo. E così questa poderosa monografia di oltre 650 pagine non è la storia, con la sacra triade ben messa in mostra, della classica rock star che vive di eccessi. Questo è un libro che gira su tre grandi perni: la fede, dimensione spesso eccessiva e quasi al limite del fanatismo, di quattro musicisti irlandesi; la politica, dimensione chiave del libro, con la descrizione, dettagliata, di incontri, battaglie, temi e campagne portate a avanti da Bono & Co.; e, infine, il volume è una lunga lettera d’amore alla moglie Ali. Insomma, credetemi, è un volume nel quale perdersi, per giorni, a leggere e pensare. A lume di candela…

Il secondo volume musicale, ma che va ben oltre la semplice storia di una vita in musica, è quello di Mauro Pagani. “Nove vite e dieci blues” (Bompiani) è, anche in questo caso, l’autobiografia di uno dei grandi geni della musica italiana. Tuttavia, Pagani fa i conti con gli anni caldi del nostro Paese: dagli anni ’60 agli anni di Piombo, dal Consumismo degli anni ’80 all’Edonismo e Individualismo degli anni ’90. Un testo che non nasconde, poi, prese di posizioni, giudizi e sguardi sul mondo. Bello, intenso e pulito, secco ed essenziale come sanno essere i bresciani. Questi sono senza dubbio due bei libri da avere e da regalare a persone che hanno voglia di leggere, e non solo per passare del tempo sul divano.

Poi, dato che stiamo chiudendo l’anno 2022, vale la pena prendere in mano due volumi che ci ricordano Pier Paolo Pasolini, che nasceva a Bologna giusto 100 anni fa. Ho dedicato due puntate di “Scaffale Alfa Pop” su Radio Alfa alle due monografie in questione, quindi vi rimando a quelle due registrazioni per gli approfondimenti. La prima è il romanzo epistolare “Caro Pier Paolo…” scritto da Dacia Maraini (Neri Pozza). La grande scrittrice si rivolge dal 2022, con una serie di lettere, all’amico Pier Paolo, scomparso nel 1975. Ricordi, aneddoti, riflessioni e il tempo passato sono le linee guida di questo romanzo unico, ben scritto, e commovente. Merita un’attenta lettura, davvero. “Pasolini vs Moravia” (Einaudi), invece, è un agile saggio, che fa parte di questa collana divulgativa di Einaudi che si intitola “VS”. L’autore è Renzo Paris, accademico, letterato e amico di entrambi gli autori. Ne emerge un ritratto della loro amicizia e, soprattutto, delle loro differenze. Un affresco di una relazione amicale e culturale che non ha eguali nella storia della letteratura italiana.

Per quanto riguarda, invece, la letteratura vera e propria, e cioè i romanzi, io quest’anno sono rimasto folgorato da due giganti: Paolo Nori e Lawrence Osborne. Il primo è un traduttore e accademico italiano, al centro anche di una polemica nei mesi di marzo. Poco importa. Ma se quella polemica, come nel mio caso, ha permesso di conoscere la sua scrittura, ben venga. Cosa mettere su comodino o sotto l’albero? Senza dubbio alcuno “Sanguina ancora” (Mondadori), volume dedicato a Dostojevskij, ma è davvero riduttivo pensare che sia solo questo. In realtà è un romanzo sulla passione, sul senso della vita e sul presente. Splendido. “I russi sono mattiCorso sintetico di letteratura russa 18201991” (Utet), è un compendio umano di passione per la letteratura Russa. Letta così è davvero un piacere. Non fatevelo sfuggire. Non c’è due senza tre e, dunque, il terzo volume che vi consiglio di acquistare è il romanzo “La banda del formaggio” (Marcos y Marcos), testo breve sul rapporto fra un editore e il suo cuore.

Lawrence Osborne è stato l’amore di questa estate. Letto, tutto, in riva al Lago di Garda, e sulle sponde del mare greco. Un gigante. Inglese, viaggiatore, sognatore, giornalista e reporter, Osborne è maestro della costruzione narrativa. Sa muoversi nella gestione dello spazio e del tempo. Sa creare atmosfere e, allo stesso tempo, conosce come gestire i meccanismi dello sviluppo della storia. Cosa leggere? Tutto! Dai romanzi, che sono anche reportage di viaggio, ai veri e propri reportage, come quello dedicato a “Bangkok”, o il volume dal titolo “Il turista nudo”. In ogni caso, poi, come romanzi vi consiglio di prendere “L’estate dei fantasmi”, ambientato in Grecia, un giallo anomalo con delitto, e finale con il classico colpo di scena; “Nella polvere”, secondo romanzo scritto dal Nostro, storia ambientata nel deserto del Marocco. Per quanto riguarda l’editore non potete sbagliare, Osborne pubblica solo per Adelphi.

Marco Missiroli, poi, torna con “Avere tutto”, romanzo che lo riporta nell’Olimpo della letteratura italiana. Un storia scritta con stile asciutto, quasi alla Carver. Un bel libro e una bella storia sul rapporto fra padre e figlio. Un grande ritorno, davvero. Annie Ernaux, poi, vince un Nobel meritatissimo. Scrittrice tradotta in Italia da “L’Orma” che ha creduto fin da subito nella letteratura di questa scrittrice. Anche in questo caso la scelta è ampia, ma senza dubbio alcuno dovete leggere “Il posto”, “Una donna” e “La vergogna”. Scrittura piena, potente e disturbante, ma figlia di un pensiero che sa descrivere la nostra epoca e la sua umanità.

La strenna per eccezione, quest’anno, è “Amarsi” (Il Mulino), volume ponderoso scritto da Giulio Busi e Silvana Greco. Un testo che racconta l’eros e l’amore fra il 1400 e il 1517 usando, come materiale, tele, quadri e incisioni prodotte in quei 117 anni. Un viaggio affascinate che mostra come sia mutata e cambiata, nell’immaginario, l’ars amatoria. Ricco di immagini, ben curate, è di fatto anche un bel catalogo di opere d’arte edite, inedite, conosciute e sconosciute. Un bel regalo, davvero.

Per chiudere, non può mancare un graphic novel. Tre però, ovviamente. Una sola non basta. Zerocalcare torna in libreria con “No sleep till Shengal” (Bao), un volume che, pur se pecca un poco dello stile Netflix, è il reportage del Nostro in Iraq. Un graphic novel impegnato, disturbante e che implica una lettura attenta. “Yukio Mishima. Ultimo samurai” (Mondadori) di Federico Goglio è un ibrido perché alla parte disegnata si aggiunge una parte narrativa. La vita e, soprattutto, la morte del grande autore giapponese, mito vivente ed esteta della letteratura nipponica. Una lettura che non delude e che ci spinge a riscoprire questo gigante della narrativa giapponese. Infine, per palati fini, “Lucille degli Acholi” (Il Castoro), graphic novel sulla vita di Lucille Teasdale, donna coraggiosa che divenne chirurga sfidando tempo, spazio e pregiudizio. Una lettura intensa, davvero, di quelle che si fanno alla sera, con calma e pazienza. Di sicuro non dopo giornate frenetiche.

Detto questo, non resta che augurarvi un Buon 2023… l’anno che verrà… e un buon Natale 2022. Leggete, mi raccomando… che non è mai una cosa sbagliata.

Luca Cremonesi