Altrimenti ci arrabbiamo: il commento del critico Piazza al remake del “cult”

8 Aprile 2022

Già’ nel 2011 si attivarono le brigate giacobine da tastiera per impedire l’uscita del film “Amici miei come tutto ebbe inizio”, proclamando che si trattava di lesa maestà al capolavoro di Monicelli. Non so se lo ricordate, ma anche il giornalista Marco Travaglio balzò dalla sedia, invitando coi suoi consueti modi sottili a boicottare la pellicola. Il film uscì lo stesso e fu un flop clamoroso, non certo per colpa di chi tentò di boicottarlo, ma perché era pessimo e il pubblico non abboccò all’amo.

Stessa cosa è capitata nei giorni scorsi con il remake di “Altrimenti ci arrabbiamo”, cult generazionale, tra le migliori pellicole della coppia Bud Spencer e Terence Hill. La pellicola è arrivata nelle sale per conto della Compagnia Leone Cinematografica e Lucky Red, per la regia del collettivo YouNuts! (ovvero Usbergo e Celaia), con Alessandro Roia ed Edoardo Pesce nella parte dei due protagonisti.

Già ai primi trailer il “tam tam” internettiano si è attivato: si va dal sacrilegio, all’aver infangato la memoria di Bud Spencer, all’arroganza di aver voluto usare lo stesso titolo (beh, questa fa ridere, essendo un remake come lo avrebbero dovuto chiamare?) e tante altre prelibatezze che abbiamo imparato a conoscere, da quando il dito sulla tastiera del pc – talvolta – corre più veloce del pensiero.

Non aspettiamoci picchetti fuori dalle sale (l’indignazione, soprattutto per queste cose, lascia il tempo che trova…), ma sono atteggiamenti che ci colpiscono sempre, con quel timore che un nuovo film (bello o brutto che possa essere) possa rovinare il precedente. Non riesco a comprendere la rabbia o la frustrazione di chi ci vede il male. Una dinamica che, in quanto a interesse, potrebbe superare l’opera stessa.

Paolo Piazza – Critico cinematografico