Liudmyla Abrosimova: “La mia vita a Castel Goffredo, col cuore in Ucraina”

10 Marzo 2022

Liudmyla Abrosimova, giornalista, è nata 32 anni fa a Zaporizhzhia, in Ucraina.  Da 9 anni vive a Castel Goffredo, ha un figlio di 6 anni e attualmente collabora come volontaria presso la Caritas castellana. Pubblichiamo questa sua testimonianza, come segno di profonda vicinanza nei confronti del popolo ucraino e di coloro che, lontani da familiari e amici, stanno vivendo giornate di angosciante attesa.

Di Liudmyla Abrosimova

Foglio bianco. Penso e inizio a scrivere. Come posso descrivere tutto quello che sento dentro? Sono in Italia da nove anni, ma non mi sono mai dimenticata da dove provengo.  Penso che su ogni persona il proprio paese natale imprima un’impronta incancellabile, una sorta di “spirito” che porti con te tutta la vita. Sono nata nella terra dei cosacchi – Zaporizhzhya(ZP). La mia città è dispersa tra i bellissimi campi di grano, attraversata dal fiume Dnipro, che nasconde tra le sue onde il cuore verde della metropoli – isola della Chortyza…

Lo scorso 24 febbraio ci siamo svegliati tutti alle 6 del mattino, per una chiamata inaspettata della nostra amica di Zaporizhzhya. Ho sentito la voce di mia mamma dire “Allo” (pronto in russo), poi è corsa via piangendo. In questo modo abbiamo appreso l’inizio della guerra in Ucraina. Non avrei mai pensato di sentire, un giorno, un dolore del genere. Sono dell’Est Ucraina, proprio della parte più colpita dalla guerra. Lì ho tutta la mia vita, i miei parenti, gli amici, la mia storia. I posti che vedete in tv sono i miei posti. Le strade che vedete sono le mie strade.

Una settimana fa parlavo con la mia amica da Energodar (la città dove si trova la stazione nucleare), la quale a un certo punto, raggelandomi, mi ha detto: “Ti saluto, stanno sparando”, riattaccando il telefono subito dopo. In quel momento mi è crollato il mondo addosso. Per fortuna un paio d’ore dopo mi ha mandato un messaggio, rassicurandomi. Mio papà invece è ancora a Zaporizhzhya, con tante altre persone pronto a combattere. Ha 77 anni e, a volte, perde la memoria. Ho provato diverse volte a portarlo via da lì, ma non ha mai voluto. Mi ha detto che quello è il suo paese, lì c’è la sua casa nella quale ha intenzione di rimanerne fino all’ultimo.  Sono orgogliosa di mio padre, ma sono anche molto preoccupata perché ho paura di non poterlo più riabbracciare.

Non riesco a dormire da diverse notti, non riesco a comprendere questa guerra inutile e crudele. Non ha alcun senso. La città di ZP è stata interamente trasformata in una fortezza, persone di tutte le età lavorano per proteggere la nostra terra dall’eventuale attacco. Tante donne e bambini scappano al confine, ma tante rimangono coi loro mariti a combattere. E ciò accade in tutta Ucraina. Sono le persone che lavoravano, gestivano i figli, le loro attività, e che adesso si trovano a scavare trappole per i carri armati.  La vita si è fermata.

In questi giorni assurdi, ricevo notizie da tanti miei vecchi amici; la mia compagna di scuola, ad esempio, quest’anno ha partorito tre bellissimi bimbi e ha deciso di fare un viaggio pericoloso per arrivare al confine con la Polonia. Sappiamo che a volte i russi sparano contro auto di civili e che, per questo motivo, non si sa mai se si arriva sani e salvi alla meta. Il viaggio della mia amica è stato interminabile! Potete immaginare cosa significa lasciare tutto e partire con i propri figli in pieno inverno (gli inverni in Ucraina sono veramente freddi!), rimanendo bloccati in code lunghissime per arrivare in un posto più sicuro. In un posto dove tutte le notti non ti svegliano le sirene, dove le bombe non spezzano le vite dei bambini, dove la vita è sicura. Tuttavia la scelta più dura non è lasciare la propria casa, ma il proprio marito al confine. Gli uomini devono rimanere lì per proteggere il proprio paese.

L’azzurro della bandiera ucraina simboleggia il cielo, inteso come simbolo della pace; il giallo, che ricorda campi pieni di grano, simboleggia invece la prosperità. Tutto ciò è macchiato di sangue. L’Ucraina è un paese giovane e forte, sono orgogliosa di essere nata lì. Mi chiedo quale sarà il prezzo da pagare per questa folle guerra.